venerdì 1 gennaio 2010

Un uomo solo e' al comando la sua maglia e' bianco celeste il suo nome e' Fausto Coppi!


Fausto Coppi e' sempre stata una figura presente nella mia infanzia,mio nonno raccontava come un semplice massaggiatore sapeva tutto dei suoi ciclisti,virtu' e debolezze, e poi tutta la mia curiosita' era attirata dai racconti e gli anedotti su Fausto Coppi quell'incredibile e impossibile sequenza di coincidenze che fanno di un comunissimo abitante di Castellania un mito sportivo e sociale di tutti i tempi.Gia' a rafforzare il mio legame coi ricordi del ciclista ce' il fatto che io per meta' sono di Perleto un borgo al di sotto di Castellania,un versante di mezza collina li divide.Mio nonno materno aggiungeva i suoi racconti del Coppi contadino povero e tanto uguale a tutti i ragazzi di quell'epoca in campagna:affamati di pane e serenita',anestetizzati al dolore perche' se no' non si andava avanti.L'emozione che mi coglie stamattina e' costituita piu' che da sportivi ricordi dalla metafora della vita di Coppi:povero pieno di forza e incoscienza e' "inciampato" in una serendipita':la sua predisposizione fisica,l'inglobamento nel"giro" novese e ecco sfornato un campione ....no....un icona sociale che pian piano scalava i tornanti e i cuori della gente.Coppi era uno di loro uno del popolo,uno che bruciava con parsimonia legna nella stufa,uno che vedeva la carne la domenica,uno che afferrata la fortuna al volo non l'ha mollata mai piu'.Una scalata sociale da semplice contadino di Castellania a personaggio ,divo rappresentante dell'Italia che stava rialzandosi,assieme a lui risorgeva l'industria,la gente andava nei bar,si Coppi era uno di loro,di tutti quelli che inforcavano la bici come oggi si sale in auto.La bici modernissimo mezzo ecologico....lui su quella bici scalava montagne come se fossero le dolci colline della Buffalora.
E sulla bici vince chi e' forte non ce' dubbio ma sulla bici si e' sempre soli! mio nonno mi raccontava che dalle ammiraglie a volte si rimaneva stupiti di come ad altitudini elevate lui scattasse lasciando indietro dubbi,poverta' e avversari.Vinceva e convinceva.Gia'e come tutti i sogni e' svanito per una beffa del destino,quelle maledette sequele di eventi stupidi che portano al termine una vita.Tortona 2 gennaio 1960 reparto di medicina interna Fausto ha appoggiato la bici li' per sempre!Ho foto,ogegtti appartenuti al grande Fausto e li conservo gelosamente perche' sono il mio filo diretto non tanto coi ricordi del ciclismo ma con quellid ella mia famiglia!ale' Fausto!